Avvio al pensionamento Così come abbiamo un’idea molto diversa di cosa sia in effetti “il servizio pubblico” e quindi di come questo debba essere gestito, rispetto a quella del conduttore Giovanni Floris, abbiamo un’idea diversa anche di come lo si possa rafforzare o indebolire. Indeboliscono il servizio pubblico, le spese spropositate con cui si sostiene. Quando si conoscono i dati relativi alle perdite a serata del festival di San Remo, crediamo che non ci possa esser peggior discredito internazionale per la televisione di Stato. La Rai era lo specchio del Paese ed ha continuato ad esserlo. Se il debito italiano è stimato quest’anno in aumento del 135 per cento rispetto al Pil del 2013, possiamo star sicuri che la Rai ha svolto il suo ruolo dannoso a riguardo. Consola sapere allora che Floris è pronto a fare la sua parte per contenere le spese ed i costi dell’azienda di Stato. Ci aspettiamo che il governo eserciti la severità necessaria, anche se siamo convinti che questa imponga un progetto di privatizzazione ben più profondo di quello che si immagina. Tre reti Rai non hanno più alcun senso, a meno che non se ne voglia dare una a Grillo. Visto che il governo, ora giustamente, raccomanda una lotta alla lottizzazione partitica, dovrà fare i conti con un disegno della Rai costruito interamente su quella lottizzazione. Fa specie invece ascoltare Floris ragionare ancora in termini di duopolio televisivo. Questo al tempo della guerra fredda. Visto l’insieme di piattaforme che il premier ha ricordato essere presenti nel paese, il duopolio è finito a quel tempo. E’ evidente che a buona parte del personale Rai non basterà tagliare stipendi indecorosi rispetto agli standard delle retribuzioni complessive. Bisogna avviarli in fretta verso il pensionamento. Roma, 14 maggio 2014 |